
difotoediviaggi
02:07:09 Luglio 14, 2019
Khiva è una piccola città carovaniera e vera perla dell’architettura islamica, famosa – purtroppo – per il commercio degli schiavi.
Khiva, capitale nel XVI secolo del regno timuride, è unica in Asia Centrale per il livello di integrità e perfezione dell’insieme architettonico. Durante il periodo sovietico, Khiva fu infatti sottoposta ad un ambizioso processo di restauro che l’ha, in qualche modo, “congelata” nel tempo, trasformandola in una sorta di museo all’aperto.
Indice dei contenuti
ToggleNon a caso Khiva è il primo sito uzbeko ad aver ottenuto nel 1990 il titolo di sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Khiva è divisa in due parti
L’Ichan Qala, la parte interna e antica dove si trovano i monumenti più interessanti e il Dishan Qala, la parte esterna e moderna.
L’Ichan Qala (la Cittadella), racchiusa da possenti mura in pisè e mattone crudo aventi quattro porte, custodisce circa 50 monumenti tra moschee con cupole e minareti dai raffinati ricami, oltre a 250 tra abitazioni e palazzi che rivaleggiano con esse per grazia e leggiadria.


Le mura che racchiudono l’Ichan Qala (la Cittadella) sono, già di per sè, un belvedere.
Le mura di Khiva, alte più di 8 metri e lunghe 2 km circa, hanno infatti un aspetto piuttosto particolare. Costruite in pisè e mattoni di terra cruda, si innalzano su una base scoscesa che conferisce loro un aspetto inclinato. Inoltre hanno un interessantissimo andamento sinusoidale perchè costituite da una serie di torri giganti e panciute, merlate in cima e semicircolari, che si alternano a ritmo regolare. Ogni lato delle mura è dotato di porte da cui si dipartono le strade principali ortogonali che attraversano l’Ichan Qala (la Cittadella).

Per accedere all’Ichan Qala (la Cittadella) occorre oltrepassare le mura varcando la Ota Darvoza (la porta Ovest, porta del padre).
Si entra nel cuore della parte antica di Khiva dove sono concentrati i monumenti più importanti ed interessanti.
La Cittadella non è molto estesa ed infatti la si gira tranquillamente a piedi passeggiando tra gli stretti vicoli ed assaporando un po’ di vita locale. Inutile dire che a Khiva, nell’Ichan Qala (la Cittadella), sembra di aver compiuto un salto in un‘epoca molto lontana. Un po’ per il caldo che ci ha accolti (36°C a maggio) ma soprattutto per la bellezza dei monumenti, camminiamo attoniti osservando un susseguirsi di edifici in mattone crudo inframmezzati da sgargianti decorazioni in ceramica: perlopiù disegni geometrici, arabeschi. La forma decorativa che si incontra più spesso sulle facciate dei palazzi a Khiva è un fiocchetto, una sorta di farfallina, sempre in ceramica e nei toni dell’azzurro e del turchese, che sta a rappresentare la lotta tra il bene e il male nella concezione zoroastriana.

La Madrasa Amin Khan, con i suoi 4.680 metri quadrati di superficie, è la più grande madrasa di Khiva. Risalente a metà ‘800, un tempo conteneva fino a 250 studenti. Oggi è adibita ad hotel, ma è possibile accedere al cortile interno per dare un’occhiata e farsi un’idea di come potesse svolgersi la vita al suo interno.
Subito prendiamo confidenza con l’elemento che caratterizza i monumenti di Khiva: le luccicanti piastrelle di ceramica decorate su sfondo blu acceso!
Attiguo alla Madrasa Amin Khan spicca il tozzo ed imponente Minareto Kalta Minor.
Sezionato a tronco di cono e completamente ricoperto da ceramiche nei toni del verde e del turchese, il Kalta Minor avrebbe dovuto raggiungere i 90 metri ed essere il più alto del mondo ma, sopraggiunta la morte del suo committente, la sua costruzione fu interrotta a “soli” 26 metri. A seconda dell’orario, i fasci di luce che colpiscono il minareto da varie angolazioni creano un’esplosione di colori abbacinante e davvero difficile da descrivere a parole!

La Fortezza Kunya Ark era la residenza dei regnanti di Khiva.
Collocata di fronte alla piazza dove venivano torturati e decapitati i criminali, l’entrata della fortezza è contraddistinta da un portone delimitato da due torrette sormontate da piccole cupole smaltate di bianco e di verde. Una volta varcata la soglia si susseguono vari ambienti: moschea, sala del trono, prigione, harem, caserma, scuderie e addirittura la zecca per coniare le monete. Inutile dirlo, anche qui tutti gli ambienti sono rivestiti da raffinate ceramiche blu acceso. I motivi decorativi sono soprattutto geometrici e floreali, ma non di rado la peculiarità della scrittura coranica viene sfruttata come elemento ornamentale.
La sera, all’ora del tramonto, siamo ritornati alla Fortezza Kuna Ark per salire in cima al Bastione Ak Sheik Bobo per ammirare dalla sua sommità la vista sulla città: uno spettacolo di per sè incantevole, reso ancor più suggestivo dai raggi del sole calante che donano a mura ed edifici sfumature calde e dorate!

La Moschea Juma o Moschea del Venerdì è un altro monumento imperdibile di Khiva.
La peculiarità per cui è famosa la Moschea Juma sono le oltre 200 colonne di legno che ne sorreggono il soffitto. Tali colonne sono disposte ad interasse di circa 3 metri l’una dall’altra. Il soffitto è anch’esso ligneo con travi a vista. L’ambiente è dunque buio e (non male) abbastanza fresco. Sembra di essere in bosco fitto e scuro.
La facciata della Moschea è piuttosto semplice e si potrebbe correre il rischio che passi inosservata.

Il Mausoleo di Pakhlavan Mahmood è un’altra meraviglia di Khiva che lascia a bocca aperta.
Il mausoleo, uno dei più belli della cittadina, è dedicato a Pakhlavan Mahmood: filosofo, sufi, poeta e artista, ma anche lottatore. Vissuto a Khiva tra il XIII e il XIV secolo, Pakhlavan Mahmood è conosciuto come santo guerriero dell’Islam ed è divenuto poi patrono della città; per varie vicissitudini è paragonato al San Giorgio della tradizione cristiana.
Dall’esterno l’edificio si riconosce per la mastodontica e scintillante cupola verde smeraldo, mentre l’interno, in stile persiano, è un tripudio di maioliche blu.
Oltre alla tomba del santo guerriero, all’interno sono custodite anche le tombe del khan Isfansdiyar e dei suoi famigliari. Era prassi abbastanza frequente che il khan si facesse seppellire accanto al santo patrono della città per la convinzione di ritrovarsi accanto in paradiso.
Non a torto è considerato uno dei luoghi più belli della città.


Nelle città dell’Asia Centrale il bazar aveva una valenza non solo commerciale ma anche politico-sociale.
I bazar avevano oltremodo importanza nelle rotte commerciali della famosa Via della Seta, come appunto il caso di Khiva.
Accanto al bazar aveva posto il caravanserraglio che accoglieva e dava ristoro ai mercanti provenienti dalle zone più lontane, insieme alle loro merci e ai loro animali.
Abbiamo visitato il Caravanserraglio di Allah Kuli Khan venendo così a conoscenza della struttura di un tipico caravanserraglio ed abbiamo fatto un rapido giro nel Tim che tutt’oggi ospita un bazar.
Adiacente al complesso commerciale vi sono la piccola e semplice Moschea Ak o Moschea Bianca ed un hammam, entrambi tutt’oggi utilizzati dai commercianti del bazar per le preghiere ed abluzioni quotidiane.

Palazzo Tash Kaul fu fatto costruire dal khan Allah Kuli nel 1830 perchè voleva trasferirsi qui abbandonando l’Ark. Si tratta di un palazzo talmente grande che le oltre 150 stanze costituiscono un vero e proprio labirinto.
Ci siamo limitati a visitare il suo gioiello: l’harem.
La zona, a pianta rettangolare, presenta 5 iwan: il più grande era riservato al khan, mentre gli altri 4 alle mogli. Il resto della costruzione, sviluppata su 2 piani intorno all’ampia corte centrale, era invece destinata alle concubine, ai parenti del khan e alla servitù.
Pezzo forte e costante estetica dell’harem sono le splendide ed abbondanti decorazioni, testimonianza della ricchezza del khan. Ogni singolo centimetro di tutte le pareti dell’harem è infatti ricoperto da sfarzose maioliche in cui predomina la tinta blu. I motivi decorativi ricorrenti sono geometrici, floreali e vegetali: volute che intersecano linee spezzate, rami che girano su se stessi, medaglioni contenenti fiori etc… Tutti magistralmente realizzati dai migliori ceramisti fatti arrivare appositamente dalla scuola di Khiva.


Palazzo Tash Kaul fu fatto costruire dal khan Allah Kuli nel 1830 perchè voleva trasferirsi qui abbandonando l’Ark. Si tratta di un palazzo talmente grande che le oltre 150 stanze costituiscono un vero e proprio labirinto.
Ci siamo limitati a visitare il suo gioiello: l’harem.
La zona, a pianta rettangolare, presenta 5 iwan: il più grande era riservato al khan, mentre gli altri 4 alle mogli. Il resto della costruzione, sviluppata su 2 piani intorno all’ampia corte centrale, era invece destinata alle concubine, ai parenti del khan e alla servitù.
Pezzo forte e costante estetica dell’harem sono le splendide ed abbondanti decorazioni, testimonianza della ricchezza del khan. Ogni singolo centimetro di tutte le pareti dell’harem è infatti ricoperto da sfarzose maioliche in cui predomina la tinta blu. I motivi decorativi ricorrenti sono geometrici, floreali e vegetali: volute che intersecano linee spezzate, rami che girano su se stessi, medaglioni contenenti fiori etc… Tutti magistralmente realizzati dai migliori ceramisti fatti arrivare appositamente dalla scuola di Khiva.
E sopra tutto, da ogni angolo della città, fa capolino l’altissimo Minareto Islam Khodja, risalente al 1910 ed alto quasi quanto il Minareto di Kalon a Bukhara.
Con tutte queste meraviglie l’inizio del viaggio ci ha entusiasmato!

A Khiva il tempo sembra essersi fermato, e non è un modo di dire.
Oltre al perfetto stato di integrità e conservazione dei suoi monumenti, i suoi abitanti sono silenziosi e pacati. A parte qualche sporadica bancarella di souvenir, non c’è quell’atteggiamento “assali turista”. Dopo cena i vicoli sono vuoti, tutti si sono ritirati nelle loro case e, nel silenzio generale, ne approfittiamo per ammirare le meraviglie della giornata sotto la luce di riflettori che ne amplificano il fascino magico nel buio della notte.
E dopo i primi 2 giorni a Khiva, l’avventura continua a Bukhara!
Prima di partire STIPULA UN'ASSICURAZIONE DI VIAGGIO per viaggiare in totale tranquillità
Un'assicurazione viaggio ti tutela in caso di incidenti, smarrimento bagaglio e annullamento del viaggio.
Attraverso questo link, hai diritto al 10% di sconto sulla tua polizza viaggi.