Shakhrisabz, la “città verde” che diede i natali a Tamerlano

Shakhrisabz particolare

Cosa vedere a  Shakhrisabz, la città natale di Tamerlano

Il trasferimento per Samarcanda è molto lungo. Approfittiamo quindi per fare una sosta a Shakhrisabz, la città natale di Tamerlano.

Originariamente conosciuta come Kesh, Shakhrisabz fu ribattezzata dallo stesso Tamerlano col nome con cui oggi tutti la conosciamo e che, letteralmente, significa “città verde”, chiaro riferimento ai giardini rigogliosi che l’hanno sempre contraddistinta.

Tamerlano, una volta morto, avrebbe voluto essere seppellito a Shakhrisabz ma, nella realtà dei fatti, ciò non accadde in quanto il grande condottiero morì troppo distante dalla sua città natale, e così oggi il suo corpo riposa sotto una lapide di giada nel sontuoso mausoleo Gur Emir di Samarcanda.

Shakhrisabz particolare
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Il Palazzo Ak-Aaray (Palazzo bianco)

L’attrattiva principale di Shakhrisabz sono le rovine del Palazzo Ak-Aaray (Palazzo bianco), così chiamato non per una connotazione cromatica ma per sottolineare le nobili origini. 

I lavori di costruzione, voluti da Tamerlano, iniziarono nel 1380 e si protrassero per circa 25 anni.

Palazzo Ak-Aaray doveva essere il più grande del suo genere.

Il pishtaq (portale d’ingresso) era alto 50 metri, vi erano archi larghi 22 metri che sostenevano torri di 4 e marmi pregiati rivestivano la pavimentazione del cortile interno.

Del palazzo purtroppo non rimane molto, ma gli elementi rimasti (la torre-entrata centrale e le decorazioni smaltate della stessa) sono sufficienti per far intuire la mastodontica mole con cui l’edificio doveva presentarsi nonchè l’estrema raffinatezza degli ornamenti. 

Per dare l’idea di come questa magnificente costruzione venisse vista dagli occhi dei suoi contemporanei, è sufficiente riportare la descrizione che ne fece Ruy Gonzalez de Clavijo, ambasciatore di re Enrico III di Castiglia che ebbe la possibilità di visitare di persona  Palazzo Ak-Aaray. Nel suo “Viaggio a Samarcanda 1403-1406” egli scrisse: “La sontuosità e la bellezza di questo palazzo sono tali che è impossibile descriverlo adeguatamente, ma bisogna vederlo di persona”.

Shakhrisabz palazzo

La Moschea Kok Gumbaz

Ad paio di km di distanza dai resti di Palazzo Ak-Aaray, raggiungiamo la Moschea di Kok Gumbaz completata dal nipote di Tamerlano, Ulug Beg  tra il 1435 e il 1437.

Caratteristica di spicco della Moschea di Kok Gumbaz è la gigantesca cupola turchese che la sormonta. Sulle pareti interne, con colori dorati ed accesi, sono dipinti elementi floreali, palmette ed arabeschi. Lo stato di conservazione è molto buono in quanto il complesso fu restaurato nel 1994 in occasione del 600° anniversario della nascita di Ulug Beg.

Sul lato opposto della Moschea si trova il mausoleo che Tamerlano volle far costruire per la sua guida spirituale, e a fianco ad esso Ulug Beg fece poi erigere un secondo mausoleo per i suoi famigliari. Le decorazioni parietali interne di questi due edifici sono molto simili a quelle dell’interno della Moschea di Kok Gumbaz.

Shakhrisabz Kok Gumbaz Uzbekistan
Shakhrisabz Kok Gumbaz
Shakhrisabz Kok Gumbaz

Il Complesso di Dorus Siadaad

A sinistra del suddetto complesso si trovano, infine, i resti del Mausoleo di Jehangir, opera voluta da Tamerlano dopo la morte prematura di 2 dei suoi figli: Jehangir e Umar Sheik.

Del mausoleo è rimasto soltanto un setto murario e la retrostante sala quadrata coperta. Sul retro del mausoleo è stata costruita, in epoca successiva, la Moschea Khazreti-Iman.

L’insieme di questi edifici prende il nome di complesso di Dorus Siadaad.

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A questo punto solo un centinaio di km ci separano da Samarcanda. Nonostante la stanchezza che ormai inizia a farsi sentire, li percorriamo con entusiasmo crescente ammirando il paesaggio sulle note della celebre canzone di Roberto Vecchioni!

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